Chi siamo
Settori
Servizi agli iscritti
Iniziative
Formazione sindacale
Monitoraggio appalti
Nei posti di lavoro
Formazione continua
Web Cgil
Politiche di genere
Previdenza
Campagna RSU 2018
I contratti
immigrazione
Documenti
Links utili
Archivi
DEF: solo tagli, niente su rinnovo contratti

DEF: solo tagli, niente su rinnovo contratti

Def, Cgil Cisl Uil: solo tagli, niente su rinnovo contratti. Dal Governo segnali da commissario liquidatore. Cresce la mobilitazione dei lavoratori per contratto e riorganizzazione dei servizi alle comunità

Mercoledi 13 Aprile 2016
Condividi con:
Condividi su Twitter Condividi su Diggita Condividi su Technorati Condividi su My Space Condividi su Digg Condividi su Google Bookmarks Invia a un amico Stampa Ti piace
240
Non ti piace
190


Def, Cgil Cisl Uil: solo tagli, niente su rinnovo contratti. Dal Governo segnali da commissario liquidatore
Cresce la mobilitazione dei lavoratori per contratto e riorganizzazione dei servizi alle comunità

Roma, 12 aprile 2016 - “Tagli passati, tagli presenti e tagli futuri. Nel documento di economia e finanza non solo non c’è previsione alcuna sui contratti del pubblico ma, soprattutto, emerge con estrema chiarezza che il conto dei due mancati rinnovi è stato pagato tutto dalle famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici”. Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, in una nota attaccano duramente il Def del governo, in cui “la tanto sbandierata flessibilità conquistata in Europa, che l’esecutivo rivendica per ’aver fatto i compiti’, si traduce a tutti gli effetti in tagli ai salari, alla formazione, alle assunzioni, agli investimenti nei servizi a cittadini e imprese”.

“La spending review selettiva non è stata altro che blocco della contrattazione nazionale e integrativa, blocco delle progressioni economiche e blocco del turn-over”, rincarano le federazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil. “E per di più, nello stesso momento in cui il governo parla di aumentare la produttività in azienda, nega al settore pubblico anche la detassazione dei premi che servono a dare più salute, più sicurezza, più sostegno e meno costi alle comunità. E’ un segnale da commissario liquidatore e non certo da datore di lavoro della più grande azienda italiana”.

Per i rappresentanti dei lavoratori, inoltre, “I tagli lineari di questi anni, che sono andati ben oltre quelli previsti, si sono abbattuti sul lavoro pubblico, cancellando ogni possibilità di far crescere le competenze, l’innovazione, l’organizzazione e la qualità dei servizi. Ecco perché continuiamo con più forza la nostra protesta: perché abbiamo una proposta vera per rinnovare e riorganizzare la Pa, a partire dal contratto, e per far ripartire lo sviluppo, i consumi, gli investimenti di cui il Paese ha bisogno”.

“Dopo l’accordo all’Aran con cui abbiamo ridotto i comparti, il governo non ha più alibi”, concludono Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa. “Siamo in campo con una mobilitazione che dal grande sciopero della Lombardia di giovedì scorso arriverà in tutti i territori. Lavoratori pubblici e cittadini per dire al governo: cambia verso o cambia mestiere”.