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Non prima del gong

Non prima del gong

In quattro giorni il governo fa il miracolo: prima fissa la data per i referendum della Cgil al 28 maggio poi decide di cancellare i voucher e introdurre la responsabilità solidale tra committenti e appaltatori per decreto. Di Florindo Oliverio, FP CGIL Lombardia.

Lunedi 20 Marzo 2017
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Non prima del gong / di Florindo Antonio Oliverio

In quattro giorni il governo fa il miracolo: prima fissa la data per i referendum della Cgil al 28 maggio poi decide di cancellare i voucher e introdurre la responsabilità solidale tra committenti e appaltatori per decreto.
 
Difficile stabilire quale la causa e quale l’effetto ma il tempismo del governo lascia basiti. La decisione del PD in Commissione lavoro, dopo tre giorni dalla convocazione dei referendum, non appare credibile se l’obiettivo è far dichiarare decaduti i quesiti dalla Cassazione. Il solo decreto del governo, infatti, non basta perché dovrebbe comunque essere convertito in legge dal Parlamento. E l’esito è tutt’altro che scontato: il centrodestra, ora diviso tra governo e opposizione, potrebbe ricompattarsi e ritrovarsi con pezzi del PD più tiepidi sulla decisione della commissione lavoro. In più, il fattore tempo (entro sessanta giorni la conversione in legge) non aiuta.
 
Se il governo dovesse bucare l’obiettivo in parlamento, l’iniziativa del PD apparirebbe solo come un primo spot di campagna elettorale finalizzato più a depotenziare la consultazione popolare che a cambiare davvero passo verso il lavoro.
 
Per questo fa bene la Cgil a invitare tutti a rimanere concentrati sulla campagna elettorale, che è difficile certo, perché difficile è raggiungere il quorum dei 26 milioni di votanti, ma non impossibile.
 
La Cgil con i suoi militanti ha il merito di aver rimesso, dopo anni, il lavoro al centro del dibattito pubblico, ma il risultato finale non è ancora raggiunto. Per i rischi legislativi ricordati prima ma anche perché l’obiettivo finale resta la trasformazione in legge della Carta dei diritti universali del lavoro.
 
Votare e vincere il 28 maggio da più forza alla Carta. Non andare a votare, tanto più con queste incertezze, sarebbe fermarsi prima del gong.