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Buon compleanno Statuto (di Florindo Oliverio)

Buon compleanno Statuto (di Florindo Oliverio)

Dopodomani lo Statuto dei lavoratori compie quarantacinque anni. È del 20 maggio 1970 la legge che detta le “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento"

Lunedi 18 Maggio 2015
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Vide la luce grazie a Giacomo Brodolini e Gino Giugni. Ministro del lavoro il primo, docente universitario a capo della commissione nazionale il secondo. Entrambi socialisti diedero finalmente risposta alla domanda di “civilizzazione” del lavoro subordinato che, più di ogni altro, rappresentò Giuseppe Di Vittorio.

Dopo la liberazione dai nazifascisti, il leader CGIL non tollerava che i diritti e la dignità degli italiani fossero garantiti solo fuori dalle fabbriche, perché al loro interno il padrone sfruttava i “suoi lavoranti” cancellandone libertà, diritti e dignità.

Con lo Statuto la Costituzione repubblicana entra nei luoghi di lavoro con ventidue anni di ritardo.

“I lavoratori, senza distinzione di opinioni politiche, sindacali e di fede religiosa, hanno diritto, nei luoghi dove prestano la loro opera, di manifestare liberamente il proprio pensiero, nel rispetto dei princìpi della Costituzione e delle norme della presente legge”. L’articolo 1 dello Statuto si riflette in quello della Carta: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Infatti, non vive pienamente la Costituzione senza l’efficacia dello Statuto. Non c’è realizzazione piena della cittadinanza senza il beneficio del lavoro buono e dignitoso. Così i diritti di pochi – i lavoratori subordinati di aziende con oltre 15 addetti – non vadano ridotti ma estesi a quanti vivono del proprio lavorare perché sia riconosciuto lo status di cittadini

Di Florindo Antonio Oliverio (FP CGIL Lombardia)

 

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